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Le traduzioni non mi trasmettono più nessuna emozione! Rinunciare o trad. letteraria in Italia?
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Jul 1, 2021

Salve,

Mi scuso in anticipo per il lungo post.

Mi sono accorto e sono arrivato alla consapevolezza, purtroppo, che le traduzioni non mi trasmettono più alcuna emozione. Zero! Forse scrivere e parlarne su questo forum potrebbe aiutarmi a liberarmi da questo fardello che mi tormenta già da un pò. Credo che alla fine ci rinuncierò completamente e mi cimenterò nell'insegnamento.

Ho sempre tradotto occasionalmente, sarei un casual translator, come dicono
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Salve,

Mi scuso in anticipo per il lungo post.

Mi sono accorto e sono arrivato alla consapevolezza, purtroppo, che le traduzioni non mi trasmettono più alcuna emozione. Zero! Forse scrivere e parlarne su questo forum potrebbe aiutarmi a liberarmi da questo fardello che mi tormenta già da un pò. Credo che alla fine ci rinuncierò completamente e mi cimenterò nell'insegnamento.

Ho sempre tradotto occasionalmente, sarei un casual translator, come dicono gli inglesi. Vivo a Londra da quasi 20 anni e ho sempre tradotto saltuariamente per un'azienda di events tickets e ho localizzato il loro sito in italiano. In tutti questi anni ho provato di tutto e fatto short courses nei vari campi della traduzone, dalla traduzione finanziaria, giuridica a quella legale e medica. La medicina, la biologia e la veterinaria mi piacciono tantissimo, ma solo imparare la materia in generale. Dopo aver fatto questi corsi ho cominciato a tradurre e tradurre da solo testi, regulations, e samples di fogli illustrativi, articoli scientifici, brevetti, manuali ecc. e nessuno di questi testi mi ha trasmesso qualcosa, zero emozioni, una noia mortale, linguaggio robotico e automatico, senz'anima, senza carica emotiva, spento, impersonale e freddo, chi più ne sa più ne metta!

Poche settimane fa ho addirittura pensato, erroneamente, di voler candidarmi come traduttore per il Parlamento Europeo. Ho compilato il modulo e, dopo essere arrivato a fondo pagina per premere il pulsante "Invia", ho dato un'occhiata ai tipi di testi che si traducono giornalmente: e ci risiamo, una noia mortale, testi pallosi, linguaggio palloso. Non trasmettono nulla. There's no spark!

E' duro ammettere i propri limiti ma mi sono chiesto: come potrei essere un traduttore eccellente se di tutto ciò che ho letto non me ne importa una mazza?

Perché farlo? Solo perché si guadagnerebbe bene? Un mio amico, che è slovacco, mi suggeriva di farlo perché si guadagna, di farlo solo per soldi perché nel suo e in tutti gli altri paesi dell'ex Unione Sovietica, inclusa la Russia, vige la mentalità che si sceglie la professione che più ti fa guadagnare. Tutto il resto passa in secondo piano: non importano i sogni, non importa la passione. Per lui "follow your heart is bullshit". Ho provato a sposare il suo modo di vedere le cose e la vita, ma proprio non ci riesco!

C'è qualcuno di voi che ha vissuto la stessa cosa e vorrebbe condviderla?

L'unica cosa che mi fa battere il cuore è la letteratura, sì, tradurre la narrativa. Amo la letteratura, italiana, inglese, latina e tedesca. Lo faccio, per soddisfazione personale, fin dai tempi del liceo. Mi dilettavo a tradurre dal latino Fedro, Seneca, Cicerone. Un'emozione bellissima, che fa accapponare la pelle.
Non ho mai provato a fare della traduzione letteraria un mestiere e non mi importerebbe se si guadagnasse male o se dovessi tradurre solo un libro all'anno per esempio.

C'è qualcuno di voi che è traduttore letterario? Come potrei iniziare questo percorso?

Ho visto su questo sito https://www.lexicool.com/courses_italy.asp che l'Ialia offre dei master e corsi in traduzione letteraria ma sempre e solo dalle solite lingue (inglese, francese, tedesco, spagnolo, russo svedese).

Quello che mi chiedo è se varrebbe la pena spendere dalle due/tre mila euro per un master dall'inglese e tedesco se so che molto probabilmente non arriverò mai a tradurre da tali lingue perché il mercato sarà già strapieno e le case editrici avranno già i loro traduttori. What's the point then?

E se un traduttore conoscesse lingue rare? Ci sono delle eccezioni infatti: ho letto di una traduttrice che si è affermata, Silvia Cosimini https://www.silviacosimini.com/, che traduce dall'islandese all'italiano e dal suo sito si nota che ha tradotto autori come Halldor Laxness (premio nobel per la letteratura) e Arnaldur Indridason ( famoso per i sui gialli).

Leggevo anche che l'Unione Europea dà fondi alle case editrici per le 27 lingue e per lingue come ucraino, turco, armeno, albanese, georgiano. Ma esistono in Italia traduttori da queste lingue? Potrebbe essere una mossa vincente impararne una e proporre best sellers di queste nazioni alle case editrici? La casa editrice potrebbe approfittare dei fondi.

E il mercato della letteratura straniera in Italia? Si dice che gli italiani leggano poco e quando leggono cosa leggono? Quale genere vende in Italia? C'è qualche traduttore letterario che può consigliarmi?

Grazie
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Claudio Porcellana (X)
jjonesca17gm (X)
 
Riccardo Schiaffino
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Secondo me stai commettendo un errore Jul 1, 2021

bello82 wrote:

ci risiamo, una noia mortale, testi pallosi, linguaggio palloso. Non trasmettono nulla. There's no spark!

E' duro ammettere i propri limiti ma mi sono chiesto: come potrei essere un traduttore eccellente se di tutto ciò che ho letto non me ne importa una mazza?



Secondo me stai commettendo un errore: ti aspetti che per (ri)appasionarti alla traduzione sia necessario tradurre testi appassionanti. Se li puoi trovare, bene, e la traduzione editoriale, alla quale stai pensando, potrebbe essere una via. Ma anche i testi meno appassionanti devono essere tradotti, e tradotti bene. L’importante, secondo me, è appassionarsi al lavoro e a come farlo il meglio possibile. Non al testo.

Tradurre un contratto, un certificato, una specifica tecnica o un manuale forse non sarà appassionante, ma deve comunque essere fatto a regola d’arte. Quello che suscita l’interesse, in questo caso, è la volontà e la consapevolezza di volgere al meglio il testo d’origine in quello di destinazione, in modo che (per esempio) la copia del contratto tradotto abbia la stessa validità e raggiunga lo stesso scopo di quello in lingua originale, che la copia tradotta del certificato venga accettata dalla PA senza problemi, in modo che il cliente possa sbrigare la pratica che deve senza inciampi; che la specifica tecnica tradotta sia utile come quella originale, e che il manuale tradotto insegni a chi lo usa come meglio utilizzare il macchinario descritto.

Il mestiere del traduttore è una costante sfida intellettuale: capire cosa il testo originale veramente dica, trovare il modo come meglio renderlo nella lingua di destinazione, individuare le risorse necessarie e i testi di riferimento utili. Queste sono le cose che trovo interessanti del nostro lavoro.

Mi piace impegnarmi a scrivere il testo di destinazione nel modo migliore possibile, che si tratti di un contratto, di un documento tecnico, di un articolo avvincente, o di un discorso d’altro profilo.

Quello che mi appassiona non sono i testi che traduco (per quanto interessanti possano a volte essere): è invece il processo della traduzione, cioè il mestiere e l’arte del tradurre.


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Tom in London
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invece Jul 2, 2021

bello82 wrote:

..... testi, regulations, e samples di fogli illustrativi, articoli scientifici, brevetti, manuali ecc.



Come ammiratore di Carlo Emilio Gadda (a mio avviso il più grande scrittore italiano del XXmo secolo) ho un predilezione irrefrenabile per quei tipi di testo ed i loro languaggi e stili. Mi diverto da morire a tradurre ogni tipo di manuale, certificato, bollettino, guida, capitolato, specifica, brevetto, foglio catastale, distinta, foglio di congedo, nulla osta, e stato di famiglia.



[Edited at 2021-07-02 07:26 GMT]


Susanna Martoni
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Susanna Martoni
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Punto di partenza Jul 2, 2021

Riccardo Schiaffino wrote:

L’importante, secondo me, è appassionarsi al lavoro e a come farlo il meglio possibile. Non al testo.

Quello che mi appassiona non sono i testi che traduco (per quanto interessanti possano a volte essere): è invece il processo della traduzione, cioè il mestiere e l’arte del tradurre.


Ciao.
Devo ringraziare Riccardo per questo punto essenziale da cui a mio avviso deve partire tutto.



Anche io sono una traduttrice prevalentemente tecnica che per molto tempo ha cercato la bellezza linguistica nei manuali di istruzioni, sovente senza trovarla. Ho anche lanciato un sondaggio qui su Proz a questo proposito (do you find a linguistic beauty in very technical translations? o qualcosa del genere) e le risposte sono state come sempre degli ottimi confronti.

Un contratto parla di norme e regole, preferenze, divieti e permessi; le stringhe software scompongono e rendono profonda una superficie, svelando segreti altrimenti inconoscibili; uno scritto di memorie vuole esprimere concetti complessi da rendere. E tocca a noi confrontarci con quella complessità.
Si instaura con il testo una relazione intima, si dialoga con esso.
Tiene compagnia. Con il testo ci si arrabbia anche.
Stimola, tiene a galla.
Trasferiamo energia nuova al contesto.

Il peccato mortale è l'approssimazione e il distacco.
Qualunque sia il lavoro che facciamo (e il nostro è un grande lavoro)
facciamolo con passione e dedizione
concentriamoci sull'atto in sé, nel nostro caso proprio su questa arte del tradurre
Serve sensibilità, empatia, flessibilità e conoscenza, attenzione e cura.

Vorrei concludere con questa frase di Giosuè Carducci:
l'arte del tradurre disciplina fortemente la dimensione del proprio


Un saluto

[Modificato alle 2021-07-02 09:19 GMT]


Tom in London
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bello82 (X)
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appassionarsi all'arte del tradurre non ai testi Jul 2, 2021

Grazie Riccardo, Tom e Susanna per aver risposto e condiviso il vostro pensiero.

Credo che in fondo abbiate ragione. la passione sta tutta nell'arte della traduzione e non nei testi. Riflettendoci, sì, approssimazione e distacco sono un peccato mortale.

Credo che, prima di prendere decisoni avventate, mi prenderò una mini vacanza per riflettere, ritrovare la passione per la nostra arte e soprattutto ritrovare me stesso e uscire dalla selva oscura in cui mi ritrovo a
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Grazie Riccardo, Tom e Susanna per aver risposto e condiviso il vostro pensiero.

Credo che in fondo abbiate ragione. la passione sta tutta nell'arte della traduzione e non nei testi. Riflettendoci, sì, approssimazione e distacco sono un peccato mortale.

Credo che, prima di prendere decisoni avventate, mi prenderò una mini vacanza per riflettere, ritrovare la passione per la nostra arte e soprattutto ritrovare me stesso e uscire dalla selva oscura in cui mi ritrovo attualmente, nel mezzo del cammin della mia vita.

Grazie mille
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Susanna Martoni
Gabriele Metzler
 
Massimo Rippa
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Uh oh Jul 4, 2021

Hai pienamente ragione.

 
Giovanni Guarnieri MITI, MIL
Giovanni Guarnieri MITI, MIL  Identity Verified
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Se... Jul 5, 2021

il lavoro deve darti emozioni e le traduzioni non ti emozionano più, cambia lavoro. Non sprecare la vita facendo un lavoro che non ti piace più.

Susanna Martoni
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NFtranslations
 
Susanna Martoni
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Esatto Jul 6, 2021

Giovanni Guarnieri MITI, MIL wrote:

il lavoro deve darti emozioni e le traduzioni non ti emozionano più, cambia lavoro. Non sprecare la vita facendo un lavoro che non ti piace più.


Io ho filosofeggiato parecchio ma alla fin fine, se le emozioni non emergono a nessun livello, meglio prendere in considerazione ipotesi diverse.


Giovanni Guarnieri MITI, MIL
 
Laura Gentili
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Lingue rare Jul 7, 2021

bello82 wrote:
E se un traduttore conoscesse lingue rare? Ci sono delle eccezioni infatti: ho letto di una traduttrice che si è affermata, Silvia Cosimini https://www.silviacosimini.com/, che traduce dall'islandese all'italiano e dal suo sito si nota che ha tradotto autori come Halldor Laxness (premio nobel per la letteratura) e Arnaldur Indridason ( famoso per i sui gialli).
Leggevo anche che l'Unione Europea dà fondi alle case editrici per le 27 lingue e per lingue come ucraino, turco, armeno, albanese, georgiano. Ma esistono in Italia traduttori da queste lingue? Potrebbe essere una mossa vincente impararne una e proporre best sellers di queste nazioni alle case editrici? La casa editrice potrebbe approfittare dei fondi.


La cosa è, ovviamente, complessa. I titoli tradotti da lingue rare sono pochi. Inoltre la conoscenza dell'universo source richiede anni di studio, residenza in loco, ecc.
Io posso parlare per l'ebraico, che però costituisce un po' un'eccezione. Gli scrittori israeliani sono molto tradotti in italiano e si è creato un vero e proprio mercato. I traduttori sono pochi, quindi c'è meno concorrenza. Dovresti studiare il mercato per la lingua rara che ti interessa e capire se è possibile che scoppi l'interesse, come è successo per la letteratura ebraica o, ad esempio, giapponese contemporanee. Mi sembra, ad esempio, che questo non sia accaduto per la letteratura araba contemporanea. Lo stesso Nagib Mahfuz, premio Nobel per la letteratura del 1988, non è molto conosciuto o tradotto.
Sicuramente c'è stato un grande interesse per i gialli e i noir provenienti dai Paesi scandinavi. Ecco, occorrerebbe capire su cosa potrebbero puntare agenti letterari ed editori italiani (sempre alla ricerca di nuovi filoni).
Laura


Ivan Patti
 
Dragomir Kovacevic
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. Jul 7, 2021

.

[Edited at 2021-07-07 23:28 GMT]


 
Angie Garbarino
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Concordo Jul 7, 2021

Riccardo Schiaffino wrote:

Mi piace impegnarmi a scrivere il testo di destinazione nel modo migliore possibile, che si tratti di un contratto, di un documento tecnico, di un articolo avvincente, o di un discorso d’altro profilo.

Quello che mi appassiona non sono i testi che traduco (per quanto interessanti possano a volte essere): è invece il processo della traduzione, cioè il mestiere e l’arte del tradurre.


Io poi traduco ormai solo più contratti e sentenze, ma trovo molto molto gradevole il processo traduttivo e la ricerca della frase o parola.


Susanna Martoni
 
Claudio Porcellana (X)
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Cambiare genere di traduzione, o cambiare proprio il tipo di lavoro Jul 12, 2021

Avendo fatto entrambe le cose (cambiare genere di traduzione, e cambiare proprio il lavoro), trovo che QUALSIASI lavoro per quanto sia appassionante all'inizio (argomento nuovo), e poi per diversi anni (studio e specializzazione), finisca per diventare inevitabilmente routine e quindi un po' noioso

Purtroppo non sempre si riesce a scovare una nuova strada, ma io ho buoni esempi da seguire in famiglia: mio padre e mio zio ci sono riusciti una cinquina e una dozzina di volte, rispetti
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Avendo fatto entrambe le cose (cambiare genere di traduzione, e cambiare proprio il lavoro), trovo che QUALSIASI lavoro per quanto sia appassionante all'inizio (argomento nuovo), e poi per diversi anni (studio e specializzazione), finisca per diventare inevitabilmente routine e quindi un po' noioso

Purtroppo non sempre si riesce a scovare una nuova strada, ma io ho buoni esempi da seguire in famiglia: mio padre e mio zio ci sono riusciti una cinquina e una dozzina di volte, rispettivamente


P.S: dato il tuo nickname, potresti anche intraprendere la carriera di modello
(si scherza eh?)
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Ivan Patti
 
bello82 (X)
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modello Aug 5, 2021

Claudio Porcellana wrote:

Avendo fatto entrambe le cose (cambiare genere di traduzione, e cambiare proprio il lavoro), trovo che QUALSIASI lavoro per quanto sia appassionante all'inizio (argomento nuovo), e poi per diversi anni (studio e specializzazione), finisca per diventare inevitabilmente routine e quindi un po' noioso

Purtroppo non sempre si riesce a scovare una nuova strada, ma io ho buoni esempi da seguire in famiglia: mio padre e mio zio ci sono riusciti una cinquina e una dozzina di volte, rispettivamente


P.S: dato il tuo nickname, potresti anche intraprendere la carriera di modello
(si scherza eh?)



ha ha ha ha non sono abbastanza bello da ppoterlo fare


 
bello82 (X)
bello82 (X)
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lingue rare Aug 5, 2021

Laura Gentili wrote:

bello82 wrote:
E se un traduttore conoscesse lingue rare? Ci sono delle eccezioni infatti: ho letto di una traduttrice che si è affermata, Silvia Cosimini https://www.silviacosimini.com/, che traduce dall'islandese all'italiano e dal suo sito si nota che ha tradotto autori come Halldor Laxness (premio nobel per la letteratura) e Arnaldur Indridason ( famoso per i sui gialli).
Leggevo anche che l'Unione Europea dà fondi alle case editrici per le 27 lingue e per lingue come ucraino, turco, armeno, albanese, georgiano. Ma esistono in Italia traduttori da queste lingue? Potrebbe essere una mossa vincente impararne una e proporre best sellers di queste nazioni alle case editrici? La casa editrice potrebbe approfittare dei fondi.


La cosa è, ovviamente, complessa. I titoli tradotti da lingue rare sono pochi. Inoltre la conoscenza dell'universo source richiede anni di studio, residenza in loco, ecc.
Io posso parlare per l'ebraico, che però costituisce un po' un'eccezione. Gli scrittori israeliani sono molto tradotti in italiano e si è creato un vero e proprio mercato. I traduttori sono pochi, quindi c'è meno concorrenza. Dovresti studiare il mercato per la lingua rara che ti interessa e capire se è possibile che scoppi l'interesse, come è successo per la letteratura ebraica o, ad esempio, giapponese contemporanee. Mi sembra, ad esempio, che questo non sia accaduto per la letteratura araba contemporanea. Lo stesso Nagib Mahfuz, premio Nobel per la letteratura del 1988, non è molto conosciuto o tradotto.
Sicuramente c'è stato un grande interesse per i gialli e i noir provenienti dai Paesi scandinavi. Ecco, occorrerebbe capire su cosa potrebbero puntare agenti letterari ed editori italiani (sempre alla ricerca di nuovi filoni).
Laura



Grazie Laura. Non so come funzioni il mercato della traduzione letteraria. Non saprei proprio da dove iniziare. Potresti darmi delle dritte su come iniziare? Come faccio a capire quale lingua può interessare a un editore? Non vivendo in Italia da tanto tempo, non saprei neache che genere preferiscono gli italiani

Grazie.


 
P.L.F. Persio
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Traduzione letteraria in Italia Aug 6, 2021

bello82 wrote:

Grazie Laura. Non so come funzioni il mercato della traduzione letteraria. Non saprei proprio da dove iniziare. Potresti darmi delle dritte su come iniziare? Come faccio a capire quale lingua può interessare a un editore? Non vivendo in Italia da tanto tempo, non saprei neache che genere preferiscono gli italiani

Grazie.


Ciao bello82,

Non avevo avuto tempo di intervenire prima, e anche ora non posso dilungarmi troppo, ma sarebbe meglio mettere subito in chiaro una cosa.

Se crearsi un parco clienti soddisfacente con la traduzione "consueta" richiede tempo e pazienza, con quella letteraria è praticamente impossibile: o si ha già il piede nella porta (perché introdotti dai propri docenti universitari/amici/parenti/sostenitori di vario genere) o, altrimenti, persino avere una vaga idea di dove si trovi la porta è una missione impossibile.

Per di più di traduzione letteraria, almeno in Italia, non si vive: molti traduttori letterari, infatti, insegnano, altri sono di famiglia benestante. Stranamente, pochissimi esercitano la professione di traduttori anche in altri campi, o forse no: un romanzo-fiume come Vita e destino di Vassilij Grossman ha richiesto nove mesi di lavoro assiduo, lasciando ben poco spazio per occuparsi d'altro.

È una dura realtà. Tra l'altro, padroneggiare una lingua, soprattutto una di quelle rare, esige anni e anni di applicazione, anche perché la letteratura abbraccia ogni campo della cultura di una nazione e non ci si può improvvisare esperti da un giorno all'altro.

Comunque, per informazioni sul mercato editoriale, varie ed eventuali, puoi sempre consultare questo sito: https://www.biblit.it
Dovresti trovare online anche le classifiche dei libri più venduti in Italia, ma tieni presente che, con ogni probabilità, quel che vende a livello internazionale, vende anche lì.


Angie Garbarino
Daniela Tosi
 
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